L’addio a Dario Fo visto da vicino

Dario Fo, morto oggi all’età di 90 anni, lo conoscevo bene, abbiamo fatto tante chiacchierate all’agriturismo “Alcatraz” di suo figlio Jacopo in mezzo ai boschi dell’Umbria. Scrivo l’articolo in prima persona anche perché ci siamo visti l’ultima volta la sera del 15 agosto di quest’anno a Cesenatico al palazzo del Turismo, dove aveva una casa, a una mostra gratuita di suoi quadri e sculture sul darwinismo, tesi che aveva sposato sull’origine dell’uomo.

Alla fine della visita, quadri molto belli con colori forti che facevano pensare, avevo salutato il “Maestro” con una stretta di mano a formare il pugno chiuso come si fa da “vecchi compagni” di tante battaglie, lui sempre in prima fila con la moglie Franca, io fra le ultime da giornalista di periferia. Dario quella sera stava seduto su una sedia, sempre vestito di nero, a firmare autografi e frasi con coloro che compravano a prezzi popolari le stampe dei suoi quadri. Era molto lucido, per ogni stampa dava una spiegazione e non ne voleva sapere di andare a letto presto come gli consigliava l’amico-accompagnatore, l’attore Mario Pirovano. Fino alle 23 passate aveva resistito a farsi fotografare insieme con le tante persone che erano venute a trovarlo e a omaggiarlo, verbo che rigettava pur avendo vinto il premio Nobel per la letteratura. Poi si era alzato un po’ malfermo sulle gambe, ma prima di andarsene aveva voluto salutare assolutamente tutte le persone che stavano lavorando per la sua mostra.

A Imola è venuto almeno tre volte, la prima al teatro stagione di prosa nel marzo del 1993 (con recite sia allo Stignani sia al palaRuggi) con lo spettacolo Johan Padan a la descoverta de le Americhe, la terza  nel 2013 al teatro Stignani per la proiezione dello spettacolo “Sesso, tanto per gradire” (scritto da lui, Franca Rame e Jacopo Fo) su invito dell’associazione contro la violenza sulle donne “Trama di terre” alla quale aveva fatto visita nel pomeriggio informandosi sulle tante, utili e interessanti attività del centro interculturale fondato da Tiziana Dal Prà. Nella breve introduzione allo spettacolo, Dario Fo fece una dichiarazione d’amore per la forza e l’ironia della compagna Franca Rame, allora scomparsa recentemente. Senza dimenticare la politica di oggi: “Una pagliacciata il voto di fiducia di Berlusconi a Letta”.

L’ultima volta a Imola fu sul palco della festa nazionale del Movimento 5 stelle, del quale aveva sposato gli ideali, nel paddock dell’autodromo. Fo fece la parodia di un incontro “del Papa (Francesco per gli amici) con il presidente del Consiglio di cui evito di pronunciare il nome perché so che lui non ci tiene affatto ad apparire. Un Francesco che si arrabbia e pronuncia tanti ‘io non ci sto!’ contro le guerre e l’idea di favorire la Confindustria cancellando l’articolo 18 che tutelava gli operai, ma alla fine decide di abdicare e di nominare Papa al posto suo Matteo 1° e di andarsene a vivere in un’isola dell’oceano Pacifico”.

Mi restano di lui alcune conversazioni sulla situazione politica, rivelazioni quale che “Via del campo nella versione originale, un po’ diversa da quella oggi ufficiale, l’avevamo scritta io ed Enzo Jannacci, poi Fabrizio De Andrè ci chiese di avere il testo, glielo facemmo avere e lui scrisse una bellissima canzone. All’inizio, noi ci incazzammo un po’, ma poi l’aveva trasformata in qualcosa di così bello che lasciammo stare”.

Sia io da dilettante come tanti altri amanti del teatro sia l’assai più famoso attore Davide Dalfiume di Castel San Pietro, abbiamo partecipato a suoi seminari ad Alcatraz, abbiamo imparato tanto da lui e cercheremo, per quanto possibile, di mettere in pratica ciò che ci ha insegnato, sempre in modo ironico, sul teatro e sulla vita. Sempre controcorrente, senza arrendersi mai alle ragioni del business e del consumismo culturale.

Imola, 13 Ottobre 2016 – Massimo Mongardi

Fonte: leggilanotizia

2019-03-19T04:13:00+01:00

Associazione Trama di Terre Onlus

Via Aldrovandi, 31, 40026 Imola (Bologna)

Phone: 0542 28912

Fax: 0542 067566