Dopo il 25 novembre la nostra lotta continua!!

Eravamo 250.000 sabato 24 novembre a Roma alla manifestazione nazionale di Non una di meno contro la violenza maschile sulle donne. Da Imola è partito un pullman di 50 donne di diverse età e provenienze determinate a non far passare sui propri corpi le politiche violente e patriarcali che si esprimono nel disegno di legge Pillon su separazione e affido, negli attacchi alla legge 194 e al diritto di aborto, nel decreto Salvini che rende sempre più ricattabili le donne straniere.

La nostra lotta non si ferma e non vogliamo che, passata la risonanza della giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, i riflettori si spengano e si torni a parlare di violenza maschile solo quando è già troppo tardi.

Come Centro Antiviolenza nato da un percorso femminista sappiamo bene che la radice della violenza maschile è strutturale del sistema sociale e culturale in cui viviamo. Chiediamo quindi, che le politiche di contrasto mettano al primo posto azioni di formazione nelle scuole, nei servizi territoriali e nelle istituzioni. Ci auspichiamo che vengano potenziati gli strumenti legislativi già esistenti: allontanamento penale immediato dell’uomo maltrattante al momento della denuncia, affinché le donne con i/le figli/e possano continuare a vivere la propria vita e quotidianità; tribunali specializzati nella violenza domestica e familiare al fine di velocizzare i tempi dei procedimenti penali e di facilitare la comunicazione con il tribunale civile; istituzione di permessi di soggiorno per le donne straniere slegati dal ricongiungimento familiare con il maltrattante, potenziando l’articolo 18bis, riconoscendo la cittadinanza italiana per le giovani ragazze nate e cresciute in Italia e le violenze di genere subite dalle donne richiedenti asilo per l’ottenimento della protezione internazionale.

Chiediamo politiche di welfare che affrontino il tema della violenza economica, che troppo spesso non viene nominata. Molte donne, infatti, sono costrette ad abbandonare il lavoro per la necessità dell’allontanamento immediato, mentre ad altre l’accesso al lavoro è stato impedito fin dal principio della relazione con il maltrattante, per costruire un maggiore controllo grazie alla dipendenza economica e/o perchè ancora oggi la cura della famiglia è affidata quasi esclusivamente alle donne. Sono quindi necessari maggiori strumenti per agevolare il re-inserimento nel mondo del lavoro e l’attribuzione di alloggi con affitto agevolato.

Continueremo a manifestare nelle piazze per il ritiro del disegno di legge Pillon in materia di separazione e affido e contro le conseguenze devastanti che il decreto Salvini in materia di immigrazione e sicurezza avrà sulle vite e sui corpi delle donne migranti e su tutta la società.

La nostra lotta non si arresta!

Chi ci vuole sottomesse ci avrà sempre più ribelli

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2019-08-06T18:20:41+02:00

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