Contro il ddl Pillon, restiamo umane

Un sole rosso di cartone mi fissa mentre, alle mie spalle, decine di libri mi proteggono. Sono seduta in uno dei tavoli di lavoro di Trama di terre, a Imola, dove si lavora come ogni giorno per spianare la strada all’autodeterminazione delle donne migranti che dopo viaggi infernali e accoglienze indecenti sono – finalmente – approdate qui. Lontane dall’accoglienza-parcheggio che la legge di oggi prova a imporre, dove accoglienza significa ancora prendersi cura.

Tiziana Dal Pra, come da vent’anni a questa parte, fa su e giù per la città per sbrogliare la matassa della burocrazia. Sara, Silvia e le altre combattono con le scartoffie che ogni giorno provano a prendere il sopravvento sulle vite, sulle persone, sulle donne. Le voci dei bambini e delle bambine spezzano il silenzio del lavoro, scavalcando il battere sulle tastiere di ognuna, me compresa.

In questo spazio di ribellione e ricerca di autonomia, dove si resiste alle identità imposte dalle logiche sessiste e razziste d’Italia e del mondo, mi chiedo come e cosa scrivere su quello che accade in Italia in queste settimane. Su un governo che bastona tutti e tutte, donne in primis. Sull’ennesimo leghista candidato a incidere il suo nome su uno dei peggiori passi indietro per il nostro Paese. Membro e promotore del gruppo parlamentare Vita Famiglia e Libertà, il senatore leghista Simone Pillon ha presentato una proposta di legge per precipitare le donne – tutte le donne – nel passato più buio.

Il Ddl Pillon crea nuove diseguaglianze e alimenta quelle esistenti, aggiungendosi alle già insopportabili politiche di austerità e privatizzazione. Intervenendo in un’Italia in cui un milione di madri sole con minori (un terzo delle madri) vive a rischio di povertà o di esclusione sociale, in cui il 30% delle donne è costretta a lasciare il lavoro dopo il primo figlio, rinunciando al proprio reddito.

«Una proposta intrisa di violenza», la definiscono le donne di Non una di meno, che hanno elaborato le pillole di Pillon per meglio veicolare cosa accadrebbe se questa proposta diventasse legge:

Nelle piazze virtuali la protesta è già grande. In quelle reali lo sarà la mattina del 10 novembre, quando migliaia di donne – e non solo – si materializzeranno in decine di città. Viste da qui, da Trama di Terre, queste donne appaiono come un esercito pacifico delle libertà.

Fonte: Il salto, di Tiziana Barillà 9/11/2018

2019-03-19T03:54:36+01:00

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