L’accoglienza abitativa è un servizio di ospitalità rivolto a donne migranti che si trovano in un momentaneo stato di fragilità economica ed abitativa. Il progetto nasce dalla consapevolezza che viviamo un sistema sociale ed economico che costringe per lo più le donne e i loro bambini/e a vivere situazioni di maggiore vulnerabilità.
La nostra lunga esperienza di accoglienza abitativa ci ha permesso di osservare come le storie di fragilità delle donne migranti sono strettamente connesse a una doppia discriminazione nei loro confronti, in quanto donne e in quanto migranti.
Il percorso migratorio delle donne viene spesso vissuto come una possibilità di emancipazione da sistemi culturali e tradizionali patriarcali dei Paesi di provenienza, ma l’arrivo nel nuovo Paese spesso le imprigiona in un altro sistema di discriminazione.
Le donne migranti vivono sempre più spesso conflitti e violenze intra-familiari e generazionali legati alla maggiore richiesta di libertà femminili, hanno maggiore possibilità di cadere nell’irregolarità dei documenti a causa della precarietà e di rimanere intrappolate in forme di violenza maschile caratteristiche di alcuni contesti di origine.
La violenza è un elemento molto presente nelle storie delle donne accolte in emergenza abitativa. Queste, pur non avendo un immediato bisogno di protezione, arrivano in struttura poiché pagano le conseguenze di una violenza intrafamiliare e/o istituzionale.
Sempre di più le donne migranti chiedono un sostegno perché abbandonate economicamente con i figli/e dal marito, ricattate da questi per un rinnovo dei documenti, diventate irregolari a causa di una legislazione italiana ed europea sempre più restrittiva sulla concessione di regolari permessi di soggiorno individuali, sopravvissute e scappate a forme di violenza fisica da parte della famiglia e dei mariti, ripudiate dalle famiglie di origine perché si sono ribellate ad altre forme di repressione su di loro in quanto donne.
L’obiettivo di questo servizio è sostenere le donne nel loro percorso di autonomia e indipendenza, supportandole nell’espressione della loro autodeterminazione.